UGO CERLETTI
Shock al mattatoio
In: Ambulatorio Telematico, Rubrica di Medicina e Psichiatria,
SINet
Parigi, Università della Sorbona: Ugo Cerletti, ormai celebre in tutto il mondo per aver inventato l'elettroshock e averlo applicato al trattamento di numerose affezioni neurologiche e psichiatriche, riceve la laurea ad honorem. È il 1950. Nei tredici anni che gli restano ancora da vivere (ha già 73 anni) continuerà la sua instancabile opera di medico e di ricercatore, nella quale profonde a piene mani un ingegno e una fantasia non comuni.
Ugo Cerletti (nasce a Conegliano Veneto il 26 settembre 1877 da genitori
lombardi), studia a Roma e a Torino, per andar poi a Parigi a lavorare
con Pierre Marie e Dubrit, e a Monaco e Heidelberg con Kraepelin, Nissl,
Alzheimer. Nel 1924 è titolare della cattedra di neuropsichiatria
dell'Università di Bari, nel 1928 di quella di Genova, finché
nel 1935 è chiamato a Roma. E qui che riesce a portare a compimento
la sua invenzione.
L'idea che determinate quantità di corrente elettrica potessero
impunemente attraversare il cervello umano e provocarvi uno stato reversibile
di coma è perseguita dallo scienziato ormai da tempo. A Genova Cerletti
era riuscito a provocare accessi epilettici, facendo passare per via transcranica
una carica elettrica di 210 volt per 1-5 decimi di secondo. Era naturale
che da queste esperienze scaturisse l'idea di provocare anche nell'uomo
delle convulsioni a fini curativi: la sua realizzazione avrebbe aperto
un vasto campo di applicazioni cliniche e terapeutiche, essendo già
stato dimostrato come mediante il coma insulinico (metodo di Sakel) e cardiazolico
(metodo di von Meduna) fosse possibile conseguire mirabili effetti in molti
pazienti psicopatici .
Il coma provocato a mezzo della corrente elettrica avrebbe avuto su questi
metodi il vantaggio di una maggiore semplicità di applicazione ed
avrebbe eliminato i vari disturbi postumi conseguenti I'uso dei suddetti
farmaci (coma irreversibile).
Ma il disegno appare praticamente inattuabile; i riserbi della scienza
ufficiale e degli stessi suoi collaboratori costituiscono l'ostacolo primo
alla realizzazione del metodo. Aspre critiche solleva il progetto presentato
al Congresso di Neuropsichiatria di Munseigen, nel 1937.
Proprio in quest'anno, essendo stato informato che al mattatoio di Roma
si uccidono i maiali con la corrente elettrica, Cerletti vuole verificare
personalmente quanto v'è di vero in questa affermazione. E constata
che, in seguito al passaggio di scariche elettriche attraverso due elettrodi
a disco puntato (via transcranica), i maiali cadono in preda a convulsioni.
Solo allora il macellaio dà un profondo taglio al collo del maiale,
dissanguandolo. La morte, pertanto, non avviene a causa della corrente
elettrica!
Cerletti ottiene dall'allora direttore del mattatoio, il prof. Tosti, il
permesso di condurre alcuni esperimenti; e può così osservare
come anche scariche prolungate di corrente elettrica (20-30-60 secondi)
non sono in grado di uccidere gli animali. Piuttosto, subito dopo il passaggio
della corrente, questi entrano in uno stato di coma, che si protrae più
o meno a lungo, indi si rialzano e tornano nel branco.
Cerletti ne conclude che se l'esposizione a quantità elettriche,
sino allora ritenute mortali, non è in grado di provocare la morte
negli animali, scariche di gran lunga inferiori, quali quelle richieste
per provocare le convulsioni nell'essere umano, non possono ugualmente
risultare mortali.
Ha così luogo la prima applicazione sull'uomo, uno schizofrenico.
Le parole sono dello stesso Cerletti:
"... Feci applicare gli elettrodi e fu lanciata una scarica a 110 volt per 5/10 di secondo. Si ebbe I'immediato, brevissimo spasmo di tutta la muscolatura, e dopo una piccola pausa cominciò a svolgersi il più tipico accesso epilettico. Rimanemmo bensì tutti con l'animo sospeso, e veramente oppressi, durante la fase tonica con apnea, intenso pallore prima, e poi cianosi cadaverica del volto, e apnea che, se è impressionante nell'attacco epilettico spontaneo, parve questa volta angosciosamente interminabile. Finché alla prima profonda inspirazione stertorosa e alle prime scosse cloniche il sangue circolò meglio nelle vene degli astanti, e da ultimo, con viva soddisfazione di tutti, si assistette al caratteristico risveglio graduale."
Ma l'elettroshock non è il solo interesse di Cerletti. La sua lunga attività di neuropatologo e di psichiatra si compendia in oltre 113 lavori originali, tra i quali quelli di istopatologia delle placche senili, della malattia di Alzheimer, della struttura della nevroglia, della barriera emato-encefalica, del gozzismo, della neurolue. Una carriera lunga e fruttuosa fino al 25 Luglio del 1963, data della sua morte.
- tratto da "I «Grandi Vecchi» della Medicina"
Ultimo Aggiornamento: 24/05/97